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BUONI RISULTATI DEL FARMACO DI JANSSEN NELL’ARTRITE PSORIASICA

10 giugno 2021

Buone notizie dagli studi su guselkumab presentati al congresso EULAR 2021: il 57,7 per cento dei pazienti ha ottenuto un miglioramento di almeno il 20% dei sintomi articolari ed il 53,4% ha raggiunto la clearance cutanea completa (PASI 100)

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Buoni risultati del farmaco di Janssen nell’artrite psoriasica: Project

di Andrea Sermonti


Nuovi dati di efficacia e sicurezza di guselkumab sono stati presentati al Congresso della European League Against Rheumatism (EULAR) appena concluso, raccogliendo commenti assai positivi da specialisti ed esperti. Il farmaco è efficace sull'artrite psoriasica, una malattia immuno-mediata, cronica e progressiva, caratterizzata da dolore, rigidità e gonfiore sia delle articolazioni periferiche che assiali, nonché da prurito e fastidio per le lesioni cutanee. Le persone che convivono con PsA possono anche soffrire di disturbi del sonno, affaticamento, stress e depressione. Ma torniamo allo studio di fase 3b COSMOS, il primo con inibitore selettivo dell’interleuchina (IL)-23 in pazienti adulti con artrite psoriasica attiva e risposta inadeguata o intolleranza ai farmaci anti-TNF-alfa (TNFi-IRa), spesso i pazienti più difficili da trattare. Nello studio, alla settimana 24, i pazienti TNFi-IR trattati con guselkumab hanno mostrato un miglioramento dei sintomi articolari e una clearance cutanea completain percentuali significativamente più alte rispetto al placebo.


Guselkumab è l'unica terapia con inibitore selettivo dell'IL-23 approvata per il trattamento di adulti con psoriasi a placche (Pso) da moderata a grave che siano candidati ad una terapia sistemica, nonché di adulti con artrite psoriasica attiva (PsA) che hanno avuto una risposta inadeguata o che hanno mostrato intolleranza a una precedente terapia con farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD). "Le diverse manifestazioni e la potenziale gravità dell'artrite psoriasica rendono impegnativo, ma fondamentale, offrire trattamenti sicuri e durevoli nel tempo. Un certo numero di pazienti, infatti, non raggiunge i target terapeutici di remissione/ridotta infiammazione con i farmaci ad oggi disponibili. In particolare, alcuni non rispondono bene alle terapie TNFi, altri lo fanno, ma hanno una perdita di risposta nel tempo – afferma uno degli sperimentatori dello studio, Laure Gossec, professore di Reumatologia del Pitie-Salpetriere Hospital e Pierre & Marie Curie University di Parigi – I risultati dello studio COSMOS confermano che guselkumab è un'opzione terapeutica importante per i pazienti adulti affetti da artrite psoriasica, con un meccanismo d'azione innovativo, che permette di gestire la malattia anche in pazienti complessi, refrattari ad una o più terapie precedenti".


In particolare i risultati dello studio COSMOS mostrano:

. Un significativo miglioramento dei sintomi articolari. Il 44,4 per cento dei pazienti trattati con  guselkumab, contro il 19,8 per cento dei pazienti che hanno ricevuto il placebo, ha ottenuto un miglioramento di almeno il 20 per cento nei criteri dell'American College of Rheumatology (ACR20) alla settimana 24, l'endpoint primario dello studio. I tassi di risposta ACR20 sono aumentati a un anno (57,7 per cento dei pazienti trattati con guselkumab alla settimana 48, utilizzando l'imputazione dei non rispondenti [NRI]; con questo metodo di analisi, i pazienti con dati mancanti sono stati considerati non rispondenti). Guselkumab si è mostrato superiore al placebo anche nella percentuale di pazienti che hanno raggiunto l’ACR50, nel miglioramento della funzionalità fisica (Health Assessment Questionnaire Disability Index [HAQ-DI]) e negli esiti di salute generale (Short Form [SF]-36 e Physical Component Summary [PCS]). Il miglioramento medio della funzionalità fisica è aumentato a un anno, così come si sono osservati tassi di risoluzione più elevati per entesite e dattilite (infiammazioni dei tessuti molli misurata rispettivamente dal Leeds Enthesitis Index [LEI] e dal Dactylitis Severity Score [DSS])

. La clearance cutanea completa. Alla settimana 24, la proporzione di pazienti, con al basale un coinvolgimento psoriasico ≥3 per cento della superficie corporea e un punteggio Investigator's Global Assessment (IGA) ≥2, che raggiungeva la clearance cutanea completa (100 per cento di miglioramento nel Psoriasis Area Severity Index [PASI]), era significativamente più alta tra quelli che ricevevano guselkumab rispetto al placebo (30,8 per cento vs 3,8 per cento). Ad un anno (settimana 48), i tassi di risposta PASI 100 sono aumentati al 53,4 per cento dei pazienti trattati con guselkumab (utilizzando NRI)

. Un consistente profilo di sicurezza. Guselkumab ha mostrato un profilo di sicurezza coerente, con basse percentuali di eventi avversi (AE) che hanno portato all'interruzione del trattamento e di AE gravi (SAE). Fino alla settimana 56, per i pazienti randomizzati a guselkumab che avevano ricevuto almeno una somministrazione del farmaco, sono stati rilevati 149,3 AE, 6,2 SAE e 3,6 AE che hanno portato all'interruzione del trattamento per 100 pazienti-anno. Inoltre, si sono avute39,7 infezioni e 0,5 infezioni gravi per 100 pazienti-anno.

"Questi risultati migliorano la nostra comprensione dell'efficacia di guselkumab nel trattamento delle varie manifestazioni dell’artrite psoriasica attiva – ha dichiarato Alyssa Johnsen, vice president e Rheumatology Disease Area leader, Janssen Research & Development, LLC – Le persone con artrite psoriasica attiva convivono con disturbi delle articolazioni, della cute e dei tessuti molli, ma sperimentano anche un impatto sulla funzionalità fisica e sul benessere sociale e psicologico. Siamo impegnati a proseguire la nostra ricerca nell’artrite psoriasica per far progredire le terapie ed aiutare più pazienti a raggiungere i loro obiettivi di trattamento".

Quest'anno è previsto il trattamento del primo paziente arruolato nel nuovo studio di fase 3b APEX (NCT04882098), con estensione a lungo termine di tre anni, per valutare ulteriormente l'efficacia di guselkumab sull'inibizione della progressione radiografica del danno strutturale articolare nei pazienti con PsA attiva.

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