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GIORNATA MONDIALE DEL DIABETE, APPELLO DEL PRESIDENTE DI DIABETE ITALIA STEFANO NERVO

Lunedì 14 novembre 2022

Giornata Mondiale del Diabete del 14 novembre. Secondo il presidente dell’Associazione Diabete Italia “è necessaria una migliore integrazione tra l’assistenza elargita dagli specialisti ospedalieri e quella che deve essere garantita dalla medicina del territorio”

Giornata mondiale del diabete, appello del presidente di Diabete Italia Stefano Nervo: Project

di Alice Caccamo


Sono quasi quattro milioni le persone residenti in Italia che vivono con il diabete. Si tratta di uno dei più importanti problemi di salute pubblica a livello mondiale che però viene ancora sottovalutato. Non tutti sanno che sono molte le complicanze associate al diabete e di una di esse se ne conosce ancora poco, la malattia renale cronica. E non tutti i pazienti si sottopongono agli esami che consentirebbero di individuare precocemente sia i soggetti più a rischio di sviluppare questa complicanza sia l’insorgenza della patologia in maniera precoce. Solo nel nostro Paese sono circa un milione gli uomini e le donne che ignorano questa condizione di salute che, se non curata in modo adeguato, può portare a conseguenze anche gravi. Sono queste alcune delle principali problematiche che i diabetici devono affrontare nel nostro Paese. Dal 2002 a rappresentare i malati e i loro e i loro caregiver c’è l’Associazione Diabete Italia. Anche quest’anno promuove in tutta la Penisola, con una serie d’iniziative, la Giornata Mondiale del Diabete che si celebra proprio il 14 novembre. Sono organizzati diversi incontri, tra cui tre dal titolo “Accesso alle cure, accesso alle emozioni”. “Vi sono delle novità all’orizzonte circa la gestione del paziente – afferma Stefano Nervo, presidente Diabete Italia Onlus – La nota 100 dell’Agenzia Italiana del Farmaco ha aggiornato i criteri di prescrivibilità e di rimborsabilità di alcuni farmaci, da parte del servizio sanitario nazionale. A nostro avviso è necessaria una migliore integrazione tra l’assistenza elargita dagli specialisti ospedalieri e quella che deve essere garantita dalla medicina del territorio. La recente decisione dell’AIFA rientra proprio in quest’ottica e vuole giustamente dare un maggiore peso ai medici di medicina generale. Ricordiamo che nel PNRR sono previsti degli investimenti proprio per migliorare il sistema delle cure territoriali e renderlo più efficiente nel contrastare le patologie croniche”.


Il paziente diabetico risulta essere un malato complesso perché può soffrire di molte altre patologie associate. Di alcune abbiamo poche conoscenze ed è questo il caso della malattia renale cronica. “Si calcola che a livello mondiale circa un diabetico su tre sviluppa problemi ai reni e chi è colpito da una malattia renale corre maggiori rischi di complicanze metaboliche e cardiovascolari – spiega Massimo Morosetti, presidente della Fondazione italiana del Rene (FIR) – Il diabete è una condizione che determina danni al microcircolo renale e che può anche danneggiare la conduzione dei nervi. Tutto ciò causa difficoltà di svuotamento della vescica che a sua volta provoca infezioni ai ‘filtri’ del nostro organismo. In media dopo dieci anni, dall’insorgenza del diabete, compaiono anche disturbi renali che vanno dalla semplice perdita di proteine nelle urine, fino alla grave insufficienza renale che obbliga il paziente alla dialisi. Oggi abbiamo a disposizione strumenti di cura molto efficaci contro il diabete che sono anche in grado di salvaguardare i reni e il cuore. I nuovi farmaci hanno dimostrato di rallentare la progressione della malattia renale e, più in generale, di proteggere dalla sindrome cardiorenale che è una condizione patologica che comprende lo scompenso cardiaco (cuore affaticato) e la malattia renale cronica (diabetica o non diabetica)”. “Bisogna mettere in atto iniziative urgenti per sensibilizzare i pazienti circa le numerose complicanze legate alla malattia - prosegue Stefano Nervo – Come Associazione vogliamo cogliere l’occasione offerta dalla Giornata Mondiale per favorire soprattutto l’adesione ai programmi di screening. Attraverso alcuni esami è possibile individuare i pazienti che possono sviluppare ulteriori complicanze tra cui le patologie renali. Quest’ultime spesso indicano proprio la scarsa efficacia di un trattamento anti-diabetico. Va garantita però a tutti i pazienti la possibilità di accedere agli screening mentre attualmente l’adesione si attesta ad uno scarso 20 per cento. Organizzeremo delle giornate aperte in alcune strutture sanitarie della Penisola durante le quali i malati potranno svolgere gratuitamente alcuni esami”.

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