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IL CARDIOCHIRURGO PIETRO DI BIASI NEL RICORDO DEL FRATELLO MAURIZIO E L’ATTIVITÀ DELLA ‘SUA’ ASSOCIAZIONE

22 aprile 2022

L’esempio del brillante cardiochirurgo nel ricordo del fratello Maurizio Di Biasi e nelle attività dell’Associazione a lui intitolata

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Il cardiochirurgo Pietro Di Biasi nel ricordo del fratello Maurizio e l’attività della ‘sua’ Associa: Project

di Cristina Saja


Maurizio Di Biasi è il responsabile dell’unità Operativa Semplice di Emodinamica e Cardiologia interventistica presso l’Ospedale Luigi Sacco – Polo universitario di Milano. Il Centro, denominato ‘Ambulatorio del Cuore’ è un vero e proprio fiore all’occhiello della sanità pubblica milanese interamente dedicato alla diagnosi e cura delle cardiopatie strutturali sito all’interno del ‘Centro Cuore’ diretto da Maurizio Viecca, Direttore del dipartimento cardiovascolare dell’Ospedale Sacco. La Divisione di Cardiologia, oltre al Centro Cuore, consta di un reparto di degenza comune e di UTIC con un totale di 37 posti letto ed è in grado di seguire annualmente circa 200 pazienti, da sottoporre o già sottoposti a procedure mininvasive per la cardiopatia strutturale che vengono effettuati nelle due sale di cardiologia interventistica e in regime di convenzione con il sistema sanitario nazionale. Nell’intervista Maurizio Di Biasi fa luce sul Centro e spiega perché il cuore è una ‘questione di famiglia’. Il 13 aprile di 10 anni fa, la dipartita del cardiochirurgo Pietro Di Biasi ha scosso il mondo medico-scientifico e la famiglia Di Biasi, lasciando un grande e incolmabile vuoto in tutti quelli che lo hanno conosciuto. La sua fu una carriera in rapida ascesa: la laurea in Medicina, la specializzazione prima a Napoli, poi a Milano e sempre il massimo dei voti. Il concorso per assistente in cardiochirurgia che lo incoronò assistente più giovane d’Italia, il premio Donatelli-De Gasperis per il miglior lavoro in cardiochirurgia, la nomina a delegato della Società polispecialistica italiana di giovani chirurghi. Il suo nome era sempre più conosciuto in tutta la Lombardia e al Sud. Nel 1997, a 36 anni, si trasferì dal Sacco, dove aveva operato per circa 13 anni, nel nuovo centro di Cardiochirurgia dell”Irccs MultiMedica, che contribuì a fondare, sempre alla ricerca di nuove sfide e nuovi stimoli. Dopo circa 15 anni passò all’ospedale di Legnano ma quest’ultima avventura professionale fu interrotta da un tumore cerebrale che lo portò via da questo mondo. Oggi la Onlus Pietro Di Biasi-Amici del cuore porta avanti la sua lezione di vita, ricordando la nobiltà d’animo, la gentilezza e l’umanità che lo contraddistinguevano come uomo e come eccellente medico. “Per il decennio dalla sua scomparsa, nella città che ha dato i natali a mio padre dove Pietro è sepolto, - puntualizza il fratello Maurizio Di Biasi - si sta organizzando un evento di commemorazione a lui dedicato e previsto in agosto. Non solo. Anche il Centro di Guardia dei Lombardi con l’Amministrazione estremamente operativa sta organizzando un altro evento, sempre per metà agosto, dedicato a Pietro. In entrambi i casi, il suo ricordo diverrà tangibile e perpetuo”.

Sull’Ambulatorio del Cuore dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, il responsabile Maurizio Di Biasi aggiunge: “L’ambulatorio di cardiopatia strutturale è nato circa un anno e mezzo fa e ci permette di fare screening in pazienti con cardiopatia strutturale, quindi valvulopatie cardiache oltre a forami ovali pervi e pazienti che hanno bisogno della chiusura percutanea dell’auricola sinistra. Si tratta di pazienti che vengono sottoposti a screening preliminare per poi essere trattati con procedure mini-invasive ma anche pazienti che già sono stati sottoposti a questo tipo di intervento e che hanno bisogno di follow-up nei mesi successivi così da garantire cure assistenziali anche nel post-operatorio. L’esigenza della nascita di un centro del genere è dovuta all’aumento esponenziale dei pazienti che vengono trattati con interventi mini-invasivi, per cui risulta importante l’esistenza di un centro che prenda in carico e accompagni il cardiopatico in tutto il suo tragitto, dalla prevenzione alla diagnosi e alla cura”. La Cardiologia interventistica negli ultimi anni ha dimostrato un’evoluzione continua dal punto di vista tecnologico e quindi dal punto di vista del trattamento che si può riservare alle cardiopatie strutturali. Progressi importantissimi che il cardiologo interventista Di Biasi conferma. “La cardiologia interventistica – afferma - ha avuto un’evoluzione tecnologica importante negli ultimi anni, in quanto inizialmente si occupava prevalentemente del trattamento della coronaropatia con angioplastica: l’evoluzione tecnologica ha permesso di intervenire anche sulle valvole e quindi sulla stenosi aortica e l’insufficienza valvolare mitralica, permettendo di risolvere i problemi che prima potevano essere trattati solo con intervento chirurgico tradizionale mentre adesso la mini-invasività permette al paziente un recupero più rapido e minor rischio operatorio oltre all’eliminazione del classico taglio sternale sostituito da accessi estremamente piccoli a livello arterioso”. È chiaro, quindi, che risulta essenziale l’approccio multidisciplinare e multispecialistico per la gestione di questa tipologia di pazienti. “Una volta che il paziente ha seguito l’iter diagnostico completo – continua Di Biasi –abbiamo la possibilità di riunirci nel cosiddetto ‘heart-team’ così da valutare in maniera multi-specialistica il caso. Ci possono essere medici come: cardiochirurgo, anestesista, eventualmente internista, il chirurgo vascolare per avere una valutazione a 360 gradi che permetterà l’opzione terapeutica migliore per il paziente”. Sul futuro della cardiologia interventistica il responsabile dell’Ambulatorio del Cuore è molto chiaro: “Prevedo un futuro molto radioso, perché grazie all’evoluzione tecnologica stiamo ampliando sempre di più i trattamenti terapeutici come quelli previsti per la valvola tricuspide e il trattamento dello scompenso cardiaco. Certamente questi sono step successivi o in corso d’opera, ma l’orientamento è quello di percorrere una strada interventistica che possa apportare migliori risultati in termini di qualità di vita e sopravvivenza dei pazienti. La prevenzione anche in caso di cardiopatie valvolari rimane certamente fondamentale come tale è la scelta del timing dell’intervento individuando il momento migliore per procedere.


L’Associazione Italiana ‘Pietro Di Biasi – Amici del Cuore’ è nata in suo onore, sei mesi dopo la sua morte, per ricordare la sua opera e la sua persona, per seguire quelli che sono stati i suoi insegnamenti e prenderlo ad esempio per la sua vivacità culturale, per la sua umanità nei confronti dei pazienti e per la sua estrema e instancabile ricerca di conoscenza. Da medico, curava molto l’aspetto psicologico e umano lasciando un ricordo intenso e bellissimo sia nei pazienti che nei colleghi. Mission dell’associazione è quella di diffondere lo spirito di iniziativa di Pietro Di Biasi, sostenendo proposte ed eventi culturali su base scientifica e screening in piazza eseguiti in maniera gratuita. L’associazione ha supportato anche la ristrutturazione del Centro Cuore all’Ospedale L. Sacco. Moltissime le attestazioni di stima e gli atti concreti in occasione del decennale dalla sua dipartita.


https://www.pietrodibiasi.org/

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