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MASSIMO SCACCABAROZZI: “GENERATE NEL ‘20 DA J&J ITALIA RISORSE PER 3,6 MILIARDI”

26 ottobre 2020

7 siti sul territorio italiano, 2780 dipendenti diretti e oltre 3,6 miliardi di euro di risorse generate nel solo 2020, pari allo 0,2 percento del PIL nazionale. Innovazione, ricerca, sostenibilità: queste le leve per la creazione di valore nel nostro Paese

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Massimo Scaccabarozzi: “Generate nel ‘20 da J&J Italia risorse per 3,6 miliardi”: Project

di Fabrizia Maselli


7 siti di Johnson & Johnson sul territorio italiano, 2780 dipendenti diretti e oltre 3,6 miliardi di euro di risorse generate nel solo 2020, pari allo 0,2 percento del PIL nazionale. Un identikit della multinazionale americana e delle 3 divisioni nel nostro Paese – Janssen Italia, la divisione farmaceutica, J&J Medical per i  dispositivi medici e J&J Consumer Health – disegnato dalla società specializzata The Hackett Group (NASDAQ: HCKT) per analizzare l’impatto economico e occupazionale legato alla presenza di J&J nel nostro Paese. E gli investimenti e nei siti produttivi di Latina e Pomezia sono il primo tassello importante dell’impronta J&J in Italia: questi forti investimenti – oltre 212 milioni negli ultimi 5 anni - hanno portato ad una crescita dell’impatto economico di oltre 400 milioni tra il 2017 e il 2020, risorse grazie alle quali i siti produttivi sono diventati più efficienti e sostenibili. Il sito di Latina, nato nel 1980, ha visto la produzione passare da 1,8 miliardi di trattamenti del 2010 ai quasi 5 miliardi di trattamenti orali innovativi previsti quest’anno.La quasi totalità di questa produzione, 150 diverse preparazioni per oltre 50 farmaci differenti, è destinata all'estero, per raggiungere i pazienti di oltre 100 Paesi nel mondo, fatto che rende il sito di Latina uno degli hub più importanti a livello mondiale, oltre che un fiore all’occhiello nel campo dell’innovazione farmacologica.


Anche la sostenibilità ambientale è uno degli aspetti su cui si sono maggiormente concentrati gli sforzi di J&J.  Di recente il Gruppo ha annunciato di aver sottoscritto tre diversi Virtual Power Purchase Agreement in Europa, accelerando significativamente i progressi verso l'ambizioso obiettivo di soddisfare il 100 percento del suo fabbisogno di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2025 per tutti i siti del gruppo, compresi quelli italiani. I tre VPPA includono un mix di progetti eolici e solari per una capacità totale di generazione di circa 270.000 megawatt/ora (MWh) di energia elettrica da fonti rinnovabili all'anno.  Il ricorso all’intelligenza artificiale ha permesso di incrementare l’efficienza dello stabilimento di Latina con una riduzione annuale delle emissioni di CO2 di 5.100 tonnellate.  Lo stabilimento di Pomezia, a sua volta, ha visto la realizzazione un impianto di trigenerazione (energia elettrica, energia termica e energia di raffreddamento) che permetterà una riduzione annuale delle emissioni di CO2 di 4.900 tonnellate. 



L’impatto occupazionale diretto e indiretto conta oltre 11.400 persone che quotidianamente lavorano per migliorare la vita degli italiani grazie alla produzione e commercializzazione di farmaci e di prodotti sanitari di largo consumo oltre che alla distribuzione di dispositivi medici.  Particolarmente lusinghiero il dato relativo ai ruoli di responsabilità occupati dalle donne: in Janssen, ad esempio, le donne in posizioni dirigenziali sono il 39 percento, mentre a livello quadro il 46 percento, a fronte della media nazionale rilevata da Manageritalia rispettivamente del 18,3 percento e del 30 percento. Secondo lo studio effettuato da The Hackett Group, inoltre, per ogni occupato direttamente da J&J vengono supportati oltre 3 posti di lavoro nel resto dell’Economia. Dati che sottolineano l’importanza della presenza di J&J in Italia: in mancanza del Gruppo il nostro Paese dovrebbe far fronte a un tasso di disoccupazione più alto di 5 punti base. Complessivamente, inoltre, sono oltre 1.035 i fornitori locali con i quali le diverse società di J&J intrattengono rapporti economici. Janssen, in particolare, ha triplicato il numero degli studi clinici condotti in Italia (passati dai 32 del 2017 ai 98 del 2020, per un totale di 346 centri coinvolti) generando nuova conoscenza per il sistema della salute, sia pubblico che privato, e di fatto permettendo l’accesso gratuito a nuove cure ai pazienti. Le aree terapeutiche nelle quali è impegnata nella ricerca anche nel nostro Paese sono caratterizzate dalla presenza di patologie particolarmente invalidanti che vanno dall’oncologia all’epatite, dall’Hiv alla psoriasi, dall’ipertensione arteriosa polmonare alla sclerosi multipla.  


Il dato risulta particolarmente importante se messo in relazione con un recente studio di ALTEMS (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) che evidenzia come per ogni euro investito in R&D da parte delle aziende se ne generano 2,8 di risparmio per il sistema nazionale. Al riguardo, Massimo Scaccabarozzi, presidente di Janssen Italia e head of External Affairs di Johnson & Johnson Italia, ha commentato: “Questo studio restituisce una chiara fotografia del radicamento del Gruppo Johnson & Johnson in Italia e di come, anche grazie ai continui investimenti, siamo riusciti in questi ultimi anni a generare sempre più valore nel e per il nostro Paese. Un valore che si declina su più fronti: dalle soluzioni terapeutiche all’efficientamento dei processi produttivi per raggiungere sempre più persone con i nostri preparati, a una maggiore attenzione dell'ambiente attraverso iniziative mirate al risparmio energetico, alla riduzione delle emissioni e alla gestione dei rifiuti. Un altro cardine della creazione di valore del Gruppo è l’innovazione che, nel caso di Janssen, ci vede costantemente impegnati nella ricerca medico scientifica, coinvolgendo direttamente i pazienti italiani in quasi 100 studi clinici al fine di individuare delle risposte alle sfide della salute ancora irrisolte. Non dimentichiamo però che questi risultati sono frutto del lavoro delle oltre 11.000 persone che, direttamente o indirettamente, lavorano con noi, permettendoci di contribuire alla crescita del Paese, a loro va il mio ringraziamento”. 


La convinzione che le aziende farmaceutiche possano e debbano avere un ruolo nel ridisegnare la salute del domani affiancando al proprio impegno nella ricerca, sviluppo e produzione dei farmaci anche l’ideazione di servizi ha spinto Janssen Italia a mettere in campo diversi progetti sperimentali per favorire un miglior funzionamento del sistema sanitario, con soluzioni concrete alle problematiche di pazienti e operatori sanitari. Con lo stesso obiettivo sono diversi i progetti di sensibilizzazione:  Fattore J, un progetto per sensibilizzare 100.000 giovani a una corretta informazione scientifica, ad assumere comportamenti responsabili per la salute di tutti e a confidare nei progressi della ricerca per una vita di qualità, e la collaborazione con la Fondazione Censis per I Cantieri per la Sanità del futuro, un contributo per definire l’agenda e gli obiettivi su cui lavorare oggi insieme ai cittadini e a tutti i protagonisti del sistema, per un SSN più efficiente, vicino e accessibile, pronto a rispondere alle sfide che ci attendono domani. Health4U, un programma di formazione e orientamento alle carriere universitarie e al mondo del lavoro, realizzato da Fondazione Johnson & Johnson, con un focus sui temi della salute, del benessere e delle scienze della vita, promosso in collaborazione con la Fondazione Mondo Digitale. L’iniziativa coinvolge oltre 10 mila giovani su tutto il territorio nazionale, ed è rivolta agli studenti italiani delle scuole secondarie di secondo grado, per guidarli alla scoperta dei cambiamenti che stanno trasformando il settore sanitario, dalle nuove professioni alle applicazioni delle tecnologie abilitanti. Il 21 ottobre parte la seconda edizione del progetto.  


Janssen è accanto ai B.Liver, i ragazzi del Bullone, nel progetto CICATR/CI sin dalla sua ideazione, nel 2018. Nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, sono tante le sfide affrontate insieme e le iniziative realizzate: le mostre a Milano e Catania, la tappa internazionale ad Amsterdam, l’esposizione virtuale nel 2020. Attraverso una rivisitazione delle icone della bellezza classica, la Venere di Milo e il David di Michelangelo, i B.Liver hanno messo “in mostra” le proprie cicatrici, invitando tutti a riflettere sulla fragilità della vita e a non aver paura di mostrarsi per quello che si è ma, al contrario, a raccontarsi e a trasformare le proprie vulnerabilità in un punto di forza.  Quest’anno Janssen rinnova il proprio impegno a fianco del Bullone nella nuova edizione del progetto “CICATR/CI Milano. L’arte di ripartire” e lo fa coinvolgendo anche i propri dipendenti, per far sì che anche loro – impegnati in prima linea nella lotta al Covid – possano raccontare e condividere il proprio vissuto, le proprie emozioni e esperienze e, come i giovani B.Liver, possano essere in grado di mostrare le proprie ferite e renderle un motore di trasformazione per il futuro.

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